Le mie prigioniStassin et Xavier, 1842 - 328 lappuses |
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alcuno allora alquanto amici animo Antonio Villa avea avesse avrei Bibbia bisogno Brünn buon caffè CAPO carcere duro carceri cari ch'ei ch'ella ch'io colla commissario compagni condannati Confalonieri consolazioni credere Cristianesimo cuore custode d'avere d'essere diceva dimanda direttore di polizia dissi dolce dolore Edolo erano ergastolo fanciulli febbre fece finestra forza Francesca da Rimini fummo gioja giorno gridò guardie indi infelice lagrime legno lettera letto Lubiana Luigi XVII lungo m'era madre male mano Marco Fortini Maroncelli mattina mente mesi misero morte niuna notte nuovo Oroboni padre parea pareami parecchi parlare parole passeggio passi patire pensieri persona PIERO MARONCELLI Pietro Borsieri poco porta potea poteva povero pranzo pregare preso prigione prigionieri pure rispose roncelli ruminando s'io sapea Schiller scorbuto scrivere secondini sentiva siffatti signor Silvio Pellico soprintendente Spielberg stanza stava sventura Tremerello uomini uomo v'era vedere veniva venne Vienna virtù visita volte Zanze zione
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210. lappuse - Fortini, suo amico dall' infanzia, uomo tutto religione e carità. Povero Oroboni! qual gelo ci corse per le vene, quando ci fu detto ch' ei non era più! — Ed udimmo le voci ed i passi di chi venne a prendere il cadavere! — E vedemmo dalla finestra il carro in cui veniva portato al cimitero ! Traevano quel carro due condannati comuni ; lo seguivano quattro guardie. Accompagnammo cogli occhi il tristo convoglio fino al cimitero.
xxix. lappuse - I' altra energico volere e giudizio pacato, e senza queste unite condizioni non esservi né giustizia, né dignità, né principii securi. MIE PRIGIONI CAPO PRIMO. Il venerdì 13 ottobre 1820 fui arrestato a Milano, e condotto a Santa Margherita. Erano le tre pomeridiane. Mi si fece un lungo interrogatorio per tutto quel giorno e per altri ancora. Ma di ciò non dirò nulla. Simile ad un amante maltrattato dalla sua bella , e dignitosamente risoluto di tenerle broncio , lascio la politica ov'ella...
157. lappuse - Allorché mi trovai solo in quell' orrido antro, e intesi serrarsi i catenacci , e distinsi al barlume che discendeva da alto finestruolo il nudo pancone datomi per letto ed una enorme catena al muro, m'assisi fremente su quel letto, e, presa quella catena, ne misurai la lunghezza, pensando fosse destinata per me. Mezz' ora dappoi, ecco stridere le chiavi ; la porta s'apre : il capo-carceriere mi portava una brocca d'acqua.
157. lappuse - Questo è per bere ; — disse con voce burbera — e domattina porterò la pagnotta. — Grazie, buon uomo. — Non sono buono — riprese. — Peggio per voi — gli dissi sdegnato. — E questa catena, — soggiunsi — è forse per me ? — Sì, signore, se mai ella non fosse quieta, se infuriasse, se dicesse inscienze. Ma se sarà ragionevole, non le porremo altro che una catena a
240. lappuse - V'era in un bicchiere sopra la finestra una rosa. — Ti prego di portarmi quella rosa — mi disse. Gliela portai. Ed ei l'offerse al vecchio chirurgo, dicendogli: — Non ho altro a presentarle in testimonianza della mia gratitudine.
210. lappuse - Mi disse (gentile pensiero, sorprendente in un uomo rozzo) : — Ho segnato con precisione il luogo della sepoltura, affinchè, se qualche parente od amico potesse un giorno ottenere di prendere quelle ossa e portarle al suo paese, si sappia dove giacciono. — Quante volte Oroboni m...
159. lappuse - Siffatto dubbio cancellò dall'anima mia l'odio che il suo primo aspetto m'aveva impresso. — Come vi chiamate?, gli dissi. — La fortuna, signore, si burlò di me, dandomi il nome d'un grand'uomo.
xxxi. lappuse - ... divoti, ma di bestemmie e di canzoni invereconde, e che conterrebbero uomini d'ogni fatta, e per lo più destinati agli ergastoli o alle forche? E fra un secolo, chi respirerà in queste celle? Oh fugacità del tempo! oh mobilità perpetua delle cose! Può chi vi considera affliggersi, se fortuna cessò di sorridergli, se vien sepolto in prigione, se gli si minaccia il patibolo? Ieri, io era uno de...
209. lappuse - Oroboni , dopo aver molto dolorato nell' inverno e nella primavera , si trovò assai peggio la state ; sputò sangue , e andò in idropisia. Lascio pensare qual fosse la nostra afflizione , quand...