Opere, 1. sējums,2. daļa

Pirmais vāks
V. Batelli, 1833
 

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41. lappuse - Soli eravamo e senza alcun sospetto. Per più fiate gli occhi ci sospinse Quella lettura, e scolorocci il viso : Ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro, e chi lo scrisse : Quel giorno più non vi leggemmo avante.
48. lappuse - Per chi di stragi si macchiò il mio brando? Per lo straniero. E non ho patria forse Cui sacro sia de' cittadini il sangue? Per te, per te, che cittadini hai prodi, Italia mia, combatterò, se oltraggio Ti moverà la invidia. E il più gentile Terren non sei di quanti scalda il sole? D'ogni bell'arte non sei madre, o Italia? Polve d'eroi non è la polve tua? Agli avi miei tu valer desti e seggio, E tutto quanto ho di più caro alberghi!
59. lappuse - M'amavi ? PAOLO. Il giorno che a Ravenna, io giunsi Ambaaciator del padre mio, ti vidi Varcare un atrio con feral corteggio Di meste donne, ed arrestarti a' piedi D'un recente sepolcro, e ossequiosa Ivi prostrarti, e le man giunte al cielo Alzar con muto ma dirotto pianto. Chi è colei? dissi a talun. — La figlia Di Guido, mi rispose — E quel sepolcro? — Di sua madre il sepolcro. — Oh, quanta al core Pietà sentii di quell'afflitta figlia ! Oh qual confuso palpitar!...
60. lappuse - Il piede Dalle virginee tue stanze volgevi Al secreto giardino. E presso al lago, In mezzo ai fior prosteso, io sospirando Le tue stanze guardava; e al venir tuo Tremando sorsi. — Sopra un libro attenti Non mi vedeano gli occhi tuoi ; sul libro Ti cadeva una lagrima... Commosso Mi t'accostai. Perplessi eran miei detti. Perplessi pure erano i tuoi. Quel libro Mi porgesti e leggemmo. Insiem leggemmo « Di Lancillotto come amor lo strinse. « Soli eravamo e senza alcun sospetto...
58. lappuse - Fama maggior? Un tuo comando basta. Prescrivi il luogo e gli anni. A' più remoti Lidi mi recherò; quanto più gravi E perigliose troverò le imprese, Vie più dolci mi fien, poiché Francesca Imposte me l'avrà.
57. lappuse - A me s' aspetta, che per vani onori Fui strascinato da mia patria lunge, E perdei. ... — Lasso ! un genitor perdei. Riabbracciarlo ognor sperava. Ei fatto Non m' avrebbe infelice, ove il mio cuore Discoperto gli avessi .... e colei data M'"avria .... colei, che per sempre ho perduta.

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