Prose di Silvio Pellico: le mie prigioni con 12 capitoli aggiunti, addizione alle mie prigioni, dei doveri degli uomini, critica drammatica, letteratura e morale, racconti

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Le Monniers, 1856 - 519 lappuses
 

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4. lappuse - Ieri, io era uno de' più felici mortali del mondo: oggi non ho più alcuna delle dolcezze che confortavano la mia vita: non più libertà, non più consorzio d'amici, non più speranze! No; il lusingarsi sarebbe follia. Di qui non uscirò se non per essere gettato ne' più orribili covili, o consegnato al carnefice!
133. lappuse - Ed udimmo le voci ed i passi di chi venne a prendere il cadavere ! — E vedemmo dalla finestra il carro in cui veniva portato al cimitero! Traevano quel carro due condannati comuni ; lo seguivano quattro guardie. Accompagnammo cogli occhi il tristo convoglio fino al cimitero.
3. lappuse - Il venerdì 13 ottobre 1820 fui arrestato a Milano, e condotto a Santa Margherita. Erano le tre pomeridiane. Mi si fece un lungo interrogatorio per tutto quel giorno e per altri ancora. Ma di ciò non dirò nulla. Simile ad un amante maltrattato dalla sua bella, e dignitosamente risoluto di tenerle broncio, lascio la politica ov' ella sta, e parlo d
4. lappuse - ... inni divoti, ma di bestemmie e di canzoni invereconde, e che conterrebbero uomini d'ogni fatta, e per lo più destinati agli ergastoli o alle forche? E fra un secolo, chi respirerà in queste celle ? Oh fugacità del tempo ! oh mobilità perpetua...
152. lappuse - Maroncelli non mise un grido. Quando vide che gli portavano via la gamba tagliata, le diede un'occhiata di compassione, poi, voltosi al chirurgo operatore, gli disse : — Ella m'ha liberato d'un nemico, e non ho modo di rimuneramela.
151. lappuse - Vuoi ella esporsi al pericolo ? ... — Di morire ? E non morrei in breve egualmente se non si mette termine a questo male? — Dunque faremo subito relazione a Vienna d'ogni cosa, ed appena venuto il permesso di amputarla . . . — Che ? ci vuole un permesso ? — Sì, signore. Di lì a otto giorni, l'aspettato consentimento giunse.
361. lappuse - Shakespeare coi suoi tanti personaggi e nessuna unità di luogo e di tempo eccita pure compassione e terrore, ella è vera verissima tragedia, quanto se producesse gli stessi effetti con tre personaggi e tutte le unità più venerande. — Ebbene, si distingua la bellezza dalla forma.
419. lappuse - Ma questa storia non esistendo fuorché in pochi libri di biografia, non è maraviglia se le donne gustano sovra ogni altra la lettura de' romanzi, di quelli cioè dove la società è ritratta al vero, e dove il cuore umano è analizzato con più minuta esattezza.
133. lappuse - Poi si riprese, dicendo : —Ma perchè pianjo il più fortunato de' miei cari , poich'egli è alla vigilia di raggiungermi all'eterna pace ? — Le sue ultime parole furono : — Io perdono di cuore ai miei nemici.

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