Opere di Silvio PellicoPresso la Vva. Thiériot, 1848 - 668 lappuses |
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abborre Adel Adello alcuno ALFREDO allora ALMANZOR altrui amato amico amore anima ANNA Anna Bolena appo ARRIGO avea avessi avrei braccia brando Brünn buon Burgundi CAPO carcere carceri caro ch'io cielo colla colpa colui condannati cristianesimo CROMWELL cuore d'essere dèsse detti diceva dissi dolce dolore donna Eloisa empio erano EUFEMIO fanciulla favella felice figlia finestra forza FRANCESCA Francesca da Rimini fratello genitori gioia giorno giuro grida guardie guerrieri GUIDO Iddio imen infelice istante lagrime LANCIOTTO lascia LODOVICA Luigi XVII lungo madre Maometto MARGHERITA Maroncelli mente Messina misero morte niuna odio onore Oroboni orrendo padre PAOLO parea parlare parole patria pensieri perdona piangere pietà posso potea povero prego prigione religione Rocester roncelli sangue Saracini SCENA Schiller secondini sentimenti signore Silvio Pellico spavento spirto sposo stanza sventura TEODORO Tommaso Moro tremendo Tremerello uomini uomo Valafrido vede virtù volte Zanze
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1. lappuse - Fermatevi, caro voi, gli dissi ; oggi non ho. pranzato ; fatemi portare qualche cosa. — Subito, la locanda è qui vicina; e sentirà, signore, che buon vino!
3. lappuse - E fra un secolo, chi respirerà in queste celle? Oh fugacità del tempo! oh mobilità perpetua delle cose! Può chi vi considera affliggersi, se fortuna cessò di sorridergli, se vien sepolto in prigione, se gli si minaccia il patibolo? Ieri, io era uno de...
465. lappuse - Per chi di stragi si macchiò il mio brando? Per lo straniero. E non ho patria forse Cui sacro sia de' cittadini il sangue? Per te, per te, che cittadini hai prodi, Italia mia, combatterò, se oltraggio Ti moverà la invidia. E il più gentile Terren non sei di quanti scalda il sole? D'ogni bell'arte non sei madre, o Italia? Polve d'eroi non è la polve tua? Agli avi miei tu valer desti e seggio, E tutto quanto ho di più caro alberghi!